Il 2022 è stato un anno davvero favorevole per i fine wines di tutto il mondo, ma soprattutto per quelli provenienti dall’Italia; basti pensare, infatti, agli indici Liv-Ex 100 e Liv-Ex Italy 100 – indici londinesi diventati il riferimento principale per collezionisti e investitori specializzati nel settore del vino – che hanno chiuso il 2022, rispettivamente con una crescita del +6,9% e del +9,2% sul 2021. Risultati anche migliori se si considera un arco temporale maggiore (ultimi 5 anni), nei quali il Liv-Ex 100 ha registrato un +34,2% e il Liv-Ex Italy 100 un +46,8%.
Tuttavia, il 2023 è stato un anno poco piacevole per i fine wines: il settore, infatti, ha visto un trend negativo, legato soprattutto alla flessione dei prezzi. I principali fattori, responsabili di questo andamento, sono indubbiamente l’inflazione; i tassi d’interesse che hanno portato le persone verso nuove forme di investimento; e il tasso di cambio euro-dollaro.
In passato nell’immaginario collettivo i fine wines provenivano quasi esclusivamente dalla Francia, ma oggi questa categoria non è più appannaggio esclusivo dei francesi; si stanno affermando a pieno titolo anche i vini del Belpaese. L’Italia è uno dei principali produttori di vino al mondo e gode di una reputazione globale per la qualità e la varietà dei suoi vini, compresi i fine wines.
Le regioni italiane che guidano e si fanno portavoce di questa categoria sono indubbiamente Toscana e Piemonte, quindi denominazioni come Chianti Classico, Brunello, Bolgheri, Barolo e Barbaresco. Tuttavia, i collezionisti e i compratori di fine wines di tutto il mondo sono sempre più affascinati e cercano vini provenienti anche da altre regioni italiane, come Trentino-Alto Adige, Campania e Sicilia; zone vitivinicole che tradizionalmente sono meno legate alla produzione di vini pregiati.
Sebbene il 2023 sia stato un anno davvero particolare per il mondo del vino, in questi primi mesi del 2024 il mercato dei fine wines italiani sta rispondendo bene e prontamente: i collezionisti e i buyer di tutto il mondo continuano la loro ricerca di vini pregiati piemontesi, toscani e “alternativi”.
Noi, come Edoardo Freddi International, nonostante le difficoltà di mercato – riscontrate da tutti gli addetti ai lavori –, in questi primi 3 mesi dell’anno abbiamo registrato trend positivi in riferimento alla categoria dei fine wines: +4% a volume e +8% a valore rispetto lo stesso periodo dello scorso anno.
I principali mercati di riferimento per i nostri fine wines per il periodo considerato sono stati (in ordine decrescente per giro d’affari generato):
- Germania, la quale ha registrato una crescita del +9% a valore;
- USA, che ha registrato una crescita del +4% a valore;
- Svizzera, la quale ha registrato una crescita del +12% a valore;
- UK, che ha registrato una crescita del +2% a valore;
- Giappone, il quale ha registrato una crescita del +9% a valore.
Verso i fine wines nutriamo molta fiducia e riteniamo questo trend rimarrà costante. Per tale motivo, stiamo investendo molto nelle nostre partnership e in questi ultimi mesi abbiamo siglato diverse collaborazioni importanti con prestigiose cantine italiane.